Venezia e Coronavirus | una città vuota

Venezia e il Coronavirus

E allora cosa cominciamo a fare? Cominciamo a lamentarci di qualsiasi cosa presi inesorabilmente dalla noia del non poter uscire di casa. Definiamo “carcere” il dover stare a casa senza pensare che dovremmo ringraziare tutti gli dei dell’olimpo se possiamo passare del tempo a casa, e non intubati in terapia intensiva con la paura che potremmo anche non vedere mai più le persone che amiamo. ogni giorno ci sono nuovi positivi e nuovi deceduti a causa dell’ emergenza coronavirus.

Dopotutto è così terribile essere a casa e passare dal letto al divano, telefonare e videochiamare amici e parenti, mangiare e cucinare qualsiasi cosa, dormire, leggere, giocare con i propri bambini e fare tutto quello che normalmente rimandiamo con un “si lo farò domani”?

A me non par proprio. Personalmente non mi annoio mai e ogni giorno ho qualcosa da fare e più faccio e più cose trovo da fare. Questo tempo è paradossalmente un dono e non va sprecato. Usiamolo per progettare strategicamente come uscire dalla crisi economica che sta accompagnando necessariamente questa crisi sanitaria.

Non stiamo con le mani in mano a piangerci addosso.

Il primo passo per uscire da una situazione critica è avere un atteggiamento mentale positivo.

E se non vi fidate di me, vi consiglio di leggere “I vantaggi della Felicità” di Shawn Achor

Nell’attesa vi consiglio una carrellata di immagini una Venezia Viva che ho realizzato dal 2015

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